La nascita del premio ha dunque costituito l’elemento fondativo dell’identità di Isola Edipo, una rassegna di arti, cultura e attualità che si svolge durante la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e che negli anni, attraverso l’attivazione di partnership e collaborazioni con istituzioni, associazioni, aziende e case di produzione cinematografiche, ha dato vita ad un ponte inedito tra il cuore della Mostra del Cinema e la Laguna di Venezia, dall’alto valore sociale.
Nella sua declinazione originaria il premio è stato attribuito a una pluralità di figure appartenenti a diversi ambiti artistici della cultura contemporanea al fine di declinare la prospettiva dello sguardo inclusivo veicolato dal Manifesto (curato dall’Università degli Studi di Padova nel 2017 e in collaborazione con tutte le università aderenti al manifesto per l’inclusione, come Ca’ Foscari UniSannio e UniSalento), all’interno di contesti diversi dove sociale, artistico e culturale si sono incontrati generando eccellenze: in ambito musicale, in ambito cinematografico, in ambito sanitario, in ambito teatrale, della ricerca, dell’assistenza alla persona, della letteratura e dell’economia.
Il premio viene conferito in virtù delle capacità di realizzare e sviluppare uno sguardo che sappia riprodurre, diffondere e tutelare realtà e pratiche inclusive, per ridurre il numero di coloro che sono a rischio di espulsione dal lavoro, dalla formazione, dalle comunità o che potrebbero vedersi negato o affievolito il diritto alla cittadinanza attiva.
Il successo della prima edizione del premio, che ha raccolto attorno a sé un vasto pubblico su scala locale, nazionale e internazionale, grazie anche al contesto di espressione, ha generato la possibilità di inserire il premio, declinato nella sua versione interamente dedicata al cinema, tra i premi collaterali ufficiali della Mostra del Cinema. Dal 2018, infatti, l’inserimento del premio tra i premi collaterali ufficiali della Mostra del Cinema di Venezia ha trasformato l’architettura del premio dando vita a due esperienze diverse in forte connessione con l’ambito cinematografico: Il Premio per l’Inclusione Edipo Re, tra i premi collaterali ufficiali della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e un appuntamento dedicato a Il Cinema dell’Inclusione: omaggio ai maestri e alle maestre del cinema internazionale realizzato in collaborazione con le Giornate Degli Autori.
Il premio consiste in una presentazione del film in anteprima in Italia in 4 città a scelta tra le indicate, e nel sostegno nella comunicazione, in occasione della distribuzione ufficiale del film in Italia, da parte di MyMovies: il sito di cinema più˘ seguito nel nostro paese che conta più˘ di mezzo milione di utenti unici al giorno. Ogni proiezione viene realizzata in stretta collaborazione con istituzioni culturali grazie alle quali si avvicina il film al pubblico italiano facilitandone la ricezione al momento della distribuzione ufficiale.
MILANO: in collaborazione con La Biennale e Agis
ROMA: in collaborazione con La Biennale e Anec
SIENA: in collaborazione con l’Università degli Studi di Siena
PALERMO: in collaborazione con il Centro Sperimentale
NAPOLI: in collaborazione con il Astra Doc
In Vera sogna il mare, Kaltrina Krasniqi riesce a dare forma a una materia personale dolorosa, senza mai rinunciare alla vitalità del racconto. E costruisce il ritratto commovente di una donna, che ci appare proprio come il suo nome suggerisce, vera, tanto nella sua difficoltà iniziale quanto nel suo riscatto. Una vita comune che, come succede al cinema, diviene per tutti noi memorabile.
Al Garib riesce nell’impresa di raccontare una doppia marginalità, quella di un popolo e quella di un individuo rispetto al suo stesso popolo. I dettagli su cui Ameer Fakher Eldin si concentra, per la loro eleganza e per il nitore delle immagini, ci sono rimasti intatti nella memoria dopo molte ore, ancora a distanza di giorni dalla visione, e siamo certi che dureranno a lungo.
Per la compiutezza del racconto e per l’ironia, per la capacità di mostrare il mondo da diversi piani e diversi sguardi, grazie al paradosso che rende tutti i problemi più profondi.
La guerra, la fuga, ma anche il cinismo che l’arte può avere nel racconto delle tragedie degli altri, e la libertà degli esseri umani di scegliere il proprio destino.
The man who sold his skin è un fil complesso, divertente e e liberatoorio, che merita di fare la sua grande strada nei cinema di tutto il mondo
Per la sorprendente forza espressiva e la capacità di tenere insieme toni tragici e commedia.
Con un personaggio che incarna l’originale compresenza, inevitabile nella vita di tutti, di colpa e redenzione, bene e male, fede e simulazione, inganno e verità.
Per la sorprendente forza espressiva e la capacità di tenere insieme toni tragici e di commedia. Con un personaggio che incarna l’originale compresenza, inevitabile nella vita di tutti, di colpa e redenzione, bene e male, fede e simulazione, inganno e verità.