Per una ricostruzione del welfare: appello della società civile

Per una ricostruzione del welfare: appello della società civile

La Edipo Re sottoscrive e promuove l’ “APPELLO DELLA SOCIETÀ CIVILE  – PER LA RICOSTRUZIONE DI UN WELFARE A MISURA DI TUTTE LE PERSONE E DEI TERRITORI” promosso da una rete crescente di realtà istituzionali e associative quali:

Rete di Economia Sociale InternazionaleConsorzio Sale della Terra, Fondazione Franco e Franca Basaglia, Forum delle Disuguaglianze e delle Diversità, Fondazione con il Sud e Presidente Impresa Sociale con i Bambini , Caritas ItalianaFondazione Casa della Carità, Fondazione Symbol,  Conferenza Salute Mentale Franco Basaglia, UNASAM, NEXT Nuova Economia per Tutti, Kip School International, Scuola di Economia Civile, Associazione Amici Casa della Carità, Azione Cattolica Italiana, Vita NoProfit, ACLI, Associazione Borghi Autentici di Italia, Associazione Nazionale Bioagricoltura Sociale, Rete dei Piccoli Comuni del Welcome, Legambiente Onlus, Consorzio Nuova Cucina Organizzata, Cooperativa Sociale Dedalus, Caritas Diocesana di Benevento, Collegamento Campano Contro le Camorre, 180Amici L’Aquila.

 

 Al Presidente del Consiglio dei Ministri 

Prof. Avv. Giuseppe Conte 

Al Presidente della Task Force Governativa per la Fase Due 

Dott. Vittorio Colao 

p.c. Al Presidente ANCI 

Sindaco Ing. Antonio De Caro 

 

 Mai come in questa terribile congiuntura siamo chiamati a diventare consapevoli di questa reciprocità che sta alla base della nostra vita. Accorgendosi che ogni vita è vita comune, è vita gli uni degli altri, degli uni dagli altri. Le risorse di una comunità che si rifiuta di considerare la vita umana solo un fatto biologico, sono un bene prezioso, che accompagna responsabilmente anche tutte le necessarie attività della cura. Forse abbiamo eroso spensieratamente questo patrimonio, la cui ricchezza fa la differenza in momenti come questi, sottovalutando gravemente i beni relazionali che esso è in grado di condividere e di distribuire nei momenti in cui i legami affettivi e lo spirito comunitario sono messi a dura prova, proprio dalle basilari necessità della protezione della vita biologica”1. 

Come società civile sentiamo il dovere di intervenire perché i corpi intermedi che costituiscono il capitale sociale italiano siano al più presto coinvolti in un grande lavoro di caring, di presa in carico delle famiglie e dei lavoratori colpiti dalla crisi. Viviamo uno sconvolgimento degli stili di vita democratici senza precedenti, uno shock che chiede visione per affrontare non solo l’uscita da esso, ma anche e soprattutto ricostruzione dei legami sociali e il rilancio di una migliore economia a misura d’uomo2, un’economia civile3, che abbia a cuore la centralità della persona, dei territori ed un’attenzione costante all’ambiente e alla crisi climatica. I rischi di una mancanza di visione sono già intellegibili: da un lato lo sfaldamento dell’Europa non-unita, che ricorrendo e rincorrendo pratiche insostenibili di austerity consentirà alle forze populiste di cogliere l’occasione dell’emergenza sanitaria per avanzare e dettare le proprie regole contro i legami solidali degli uomini e delle donne del mondo e la loro libertà; dall’altro il rischio che la criminalità organizzata aggredisca diverse aree del nostro Paese, soprattutto dove essa è già collocata come corpo intermedio antagonista allo Stato, rispondendo per prima ai bisogni improvvisi ed urgenti di coloro che già prima dell’arrivo del Covid-19 vivevano una condizione di pre-crisi, di precarietà economica e sociale, e che oggi sono immediatamente caduti nel ricatto dell’usura. 

Uno stesso rischio con due facce: l’Europa che rischia di tardare a dare riposte comunitarie alle crisi nazionali dei paesi colpiti dal CoronaVirus, l’Italia che con i suoi aiuti sociali innestati nell’apparato burocratico esistente rischia di perdere la competizione con le reti della criminalità organizzata. 

Chiediamo come società civile italiana di essere coinvolti nel presidio e nella rinascita dei tessuti sociali stravolti. 

Al Governo si chiede di essere da subito interlocutori ai tavoli dove si discute la FASE 2, si chiede che i corpi intermedi del sociale abbiano voce per il loro sapere sociale e le loro pratiche di prossimità necessarie a qualsiasi ipotesi di ripresa. 

Chiediamo al Governo di riconoscere un ruolo ai presìdi locali del nostro Capitale Sociale attivando in tutti i Comuni percorsi personalizzati, familiari e territoriali, percorsi in cui il Terzo Settore venga coinvolto nella progettazione sociale territoriale attraverso piani strategici territoriali e misure personalizzate. 

La crisi si annuncia tale che non basterà la semplice distribuzione di beni materiali affidata al Terzo Settore, occorrerà parlare di riconversione e ricostruzione delle nostre economie globali e locali. 

Riprendiamo oggi il cammino di quel dialogo proficuo tra laici e cattolici che ha portato alla vera e indiscussa riforma del nostro Stato Sociale, l’Istituzione del Servizio sanitario Nazionale, la Legge 833 del 1978. Un servizio che quel Legislatore aveva centrato nel rapporto tra salute e territorio e la cui lenta e colpevole implosione è stata smascherata dalla attuale emergenza in cui il rapporto tra salute e territorio è tornato ad essere centrato sul paradigma centralizzato dell’ospedale, trascurando le cure domiciliari e i presidi territoriali di presa in carico. 

Oggi viviamo una nuova occasione per far ripartire quel dialogo. È una nuova occasione perché l’Italia ricorra al suo senso di comunità nazionale, correggendo a livello nazionale la disuguaglianza dei regionalismi, e facendo affidamento all’architrave della sua sussidiarietà, la vicinanza del Terzo Settore ai bisogni delle persone e dei territori. 

Nella Fase 2, e fin da ora, ci aspettiamo di essere convocati per il bene dell’Italia a collaborare con le politiche pubbliche ed avere così la possibilità di presentare proposte operative. 

Roma, 17 aprile 2020 

 

Firmatari 

Angelo Righetti, Fondatore della Rete di Economia Sociale Internazionale 

Giulio Santagata, Rete di Economia Sociale Internazionale 

Angelo Moretti, Presidente Rete Economia Sociale Internazionale e Presidente Consorzio Sale della Terra 

Alberta Basaglia e Maria Grazia Giannichedda, Fondazione Franco e Franca Basaglia 

Andrea Morniroli, Forum delle Disuguaglianze e delle Diversità 

Carlo Borgomeo, Presidente Fondazione con il Sud e Presidente Impresa Sociale con i Bambini 

Don Francesco Soddu, Direttore Caritas Italiana 

Don Virginio Colmegna, Presidente Fondazione Casa della Carità 

Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola 

Franco Rotelli, Psichiatra già Presidente Commissione Sanità del Consiglio Regionale Friuli Venezia Giulia 

Giovanna Del Giudice, Presidente Conferenza Salute Mentale Franco Basaglia 

Gisella Trincas, Presidente UNASAM 

Giovanbattista Costa e Leonardo Becchetti, NEXT Nuova Economia per Tutti 

Luciano Carrino, Presidente Kip School International 

Luigino Bruni ed Elena Granata, Scuola di Economia Civile 

Maria Grazia Guida, Presidente Associazione Amici Casa della Carità 

Matteo Truffelli, Presidente Azione Cattolica Italiana 

Riccardo Bonacina, Fondatore e Coordinatore editoriale di Vita NoProfit 

Roberto Rossini, Presidente ACLI 

Rosanna Mazzìa, Presidente Associazione Borghi Autentici di Italia 

Salvatore Cacciolla, Presidente BioAS, Associazione Nazionale Bioagricoltura Sociale 

Sindaci della Rete dei Piccoli Comuni del Welcome 

Stefano Ciafani, Presidente Legambiente Onlus 

Simmaco Perrillo, Presidente Consorzio Nuova Cucina Organizzata (NCO) 

Elena De Filippo, Presidente Cooperativa Sociale Dedalus 

Don Nicola De Blasio, Direttore Caritas Diocesana di Benevento 

Leandro Limoccia, Presidente Collegamento Campano Contro le Camorre 

Alessandro Sirolli, Presidente 180Amici L’Aquila